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Nella luce soltanto

Famuli di Fricoberetus incespicano sinistramente nell’ombra, Spicanglicus scote lance e anima sabbe macaroniche nella bruma, Ofiocos scioglie la serpe delle costellazioni, Lilia restaura i palagi inferi della perdizione. Fioriscono come petali marci gli oracoli, s’inabissa con cupi fragori il Trimondo, risorgono possenti e senza ritegno i signor antichi.

Nella luce soltanto trova silenzioso ricetto il savio.

Lilia

Dalle pagine dei Proverbi riecheggiano puntuali i moniti perennemente disattesi. Come vento impetuoso spazzano la caligine e indicano all'esausto pellegrino la via dell'ascesa:

La sua casa sprofonda nella morte,
Ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare
E trovare ancora le vie della vita.
(Proverbi 2:18-19)


I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso.
(4Q184)

Verbum dimissum

Il maestro di Heliopolis, laborioso artefice del Verbum dimissum, ammonisce (e fuor della lettera si legga): «Esiste un paese nel quale la morte non toccherà gli uomini, quando sarà il terribile momento del duplice cataclisma. Tocca a noi cercare poi la posizione geografica di questa terra promessa, dalla quale gli eletti potranno assistere al ritorno dell'età d'oro. Perché gli eletti, figli di Elia, secondo le parole della Scrittura, saranno salvati. Perché la loro fede profonda e la loro instancabile perseveranza nella fatica avranno fatto meritare loro d'essere elevati al rango di discepoli del Cristo-Luce. Essi porteranno il suo segno e riceveranno da lui la missione di ricollegare all'umanità rigenerata la catena delle tradizioni dell'umanità scomparsa».

A nulla puo' servire l'astrazione del senso, né si confidi che l'interpretazione mistica possa sorreggerci. Al quarto grado soltanto ciascuna cosa sussiste: inferiore ad esso null'altro che le tenebre del velame ascoso. Conviene quindi stringersi a sè e pregare.

Che i segni incombano è la Natura stessa a fornire persino ai ciechi gli indizii. Pullulano i falsi maestri, del cui rovinoso avvento fummo sovente nel corso dei secoli avvertiti. Dovunque costoro si collocano, persino nei nidi più elevati, tra le grondaie.

Scrive San Giovanni: «Davanti al trono c'era anche un mare di vetro simile a cristallo; e in mezzo al trono e intorno ad esso c'erano quattro animali pieni di occhi sia davanti che di retro. Il primo animale assomigliava ad un leone; il secondo assomigliava ad un bue; il terzo aveva il volto come quello di un uomo, e il quarto assomigliava ad un'aquila che vola (Apocalisse cap. IV, vv. 6 e 7)».

Aggiunge Ezechiele: «Io vidi dunque... una grossa nuvola e un fuoco che la circondava, e tutt'intorno uno splendore, in mezzo al quale c'era qualcosa di simile al metallo che esce dal fuoco; ed in mezzo a questo fuoco si vedevano riuniti quattro animali ... E le loro facce rassomigliavano ad un volto di uomo; e tutt'e quattro, a destra, avevano il muso d'un leone; e tutt'e quattro, a sinistra, avevano il muso d'un bue; e al di sopra tutt'e quattro avevano un muso d'aquila (Cap I, vv. 4 e, 5, 10 e 11)».