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Videmus nunc per speculum

Di San Paolo, di cui lei asserisce di avere iconoclasticamente, in un momento di follia, sfregiato con le unghie un'immagine, le vorrei soltanto rammentare una notissima frase: videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem (1 Cor. 13, 12). Potrà mai qualcuno di noi sperare di offrire al mondo alcunché di altrettanto puro e perfetto? Quale straordinaria saggezza, quale soave grazia quella della sua povera madre che, seppure inconsapevolmente forse, continuava a porgerle ad ogni suo ritorno a casa la scala che conduce al cielo. Come la invidio, mio giovane filosofo. Che spirito mirabile e Chagallianamente puro questa santa donna possiede! Come vorrei io stesso avere la fortuna di un simile angelo che mi protegga, custodendomi quotidianamente la via. Quale dono prezioso la vita le ha offerto. Non lo sprechi sacrilegamente. Rinunci all'orgoglio che le offusca l'animo, desista dal rovesciare vanamente i tavoli e dal turbare i mercanti, cessi di almanaccare oziosamente di teologia e di nominare la bestia infame. Il suo non serviam, mi creda, finirà per precipitarla rovinosamente nell'Orco. Si liberi, mio giovane Horatio, prima che sia troppo tardi, dalle tenebrose presenze che le circondano come ombre i giorni. Che Iddio possa infine ispirarla.