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I Latitudinari

Attraversavano lateralmente il transetto della cattedrale con passi affrettati per accorciare il proprio tragitto profano oltre la chiesa, evitando, per la pigrizia atavica che li aureolava come una peste oscura, il percorso angusto all'esterno del perimetro absidale. Li chiamavamo allora, con derisione mista alla stizza, i Latitudinari, per via di quel loro periclitare trasversale empio e irriguardoso nello spazio sacro. Grande era il dispetto di chi tentasse di conseguire indisturbato l'eternità breve della contemplazione. Gli eleganti angeli barocchi dell'altare laterale li scrutavano con sottile sprezzatura, pregustando già metafisicamente la loro perdizione. Poi, anni dopo, quei medesimi rei avrebbero smantellato la splendida ringhiera in ferro battuto del presbiterio ed eretto i loro idoli in luogo del vecchio crocifisso, ma questa, per quanto assai triste, è tutta un'altra storia.